Il Venezuela potrebbe essere la prima nazione a perdere tutti i suoi ghiacciai

Il Venezuela potrebbe essere la prima nazione nella storia moderna a perdere tutti i suoi ghiacciai dopo che gli scienziati del clima hanno declassato l’ultimo a un campo di ghiaccio.

L’International Cryosphere Climate Initiative (ICCI), un’organizzazione di difesa scientifica, ha affermato su X che l’unico ghiacciaio rimasto nella nazione sudamericana – l’Humboldt, o La Corona, nelle Ande – è diventato “troppo piccolo per essere classificato come ghiacciaio”.

Il Venezuela ha perso almeno altri sei ghiacciai nell’ultimo secolo.

Con l’aumento delle temperature medie globali a causa dei cambiamenti climatici, la perdita di ghiaccio è in aumento, contribuendo ad innalzare il livello del mare in tutto il mondo.

“Non c’è stata molta copertura di ghiaccio sull’ultimo ghiacciaio venezuelano dagli anni 2000”, ha detto a Newsround la dott.ssa Caroline Clason, glaciologa dell’Università di Durham. “Ora non viene aggiunto, quindi è stato riclassificato come campo di ghiaccio.”

A marzo, i ricercatori dell’Università di Los Andes in Colombia hanno detto all’AFP che il ghiacciaio si era ridotto da 450 ettari a soli due.

Luis Daniel Llambi, un ecologista dell’università, ha detto al Guardian che ora si è ridotto a meno di quello.

Sebbene non esista uno standard globale per la dimensione minima che una massa di ghiaccio deve avere per essere considerata un ghiacciaio, l’US Geological Survey afferma che una linea guida comunemente accettata è di circa 10 ettari.

Uno studio, pubblicato nel 2020, ha suggerito che il ghiacciaio si è ridotto a un livello inferiore tra il 2015 e il 2016, sebbene nel 2018 fosse ancora considerato dalla NASA l’ultimo ghiacciaio del Venezuela.

James Kirkham e Miriam Jackson, glaciologi rispettivamente dell’ICCI e dell’International Centre for Integrated Mountain Development (ICIMOD) , hanno spiegato che “i glaciologi riconoscono un ghiacciaio come una massa di ghiaccio che si deforma sotto il suo stesso peso”.

Hanno detto in una dichiarazione congiunta: “I glaciologi usano spesso un criterio di 0,1 kmq [10 ettari] come definizione comune, ma qualsiasi massa di ghiaccio al di sopra di quella dimensione deve comunque deformarsi sotto il suo stesso peso [per contare].”

Hanno suggerito che potrebbero esserci stati problemi di accesso al ghiacciaio Humboldt negli ultimi anni, che potrebbero aver ritardato la pubblicazione delle misurazioni.

Il professor Mark Maslin, professore di scienze del sistema terra presso l’University College di Londra, ha affermato che un campo di ghiaccio come quello di Humboldt – più o meno equivalente all’area di due campi da calcio – “non è un ghiacciaio”.

“I ghiacciai sono ghiaccio che riempie le valli – questa è la definizione – e quindi direi che il Venezuela non ha alcun ghiacciaio”, ha detto.

A dicembre, il governo venezuelano ha annunciato un progetto per coprire il ghiaccio rimanente con una coperta termica che sperava potesse arginare o invertire il processo di scioglimento.

Ma la mossa ha attirato critiche da parte degli scienziati climatici locali, che hanno avvertito che la copertura potrebbe contaminare l’habitat circostante con particelle di plastica man mano che si degrada, secondo il quotidiano spagnolo El Pais.

Il professor Maslin ha affermato che la perdita dei ghiacciai montani “non è direttamente reversibile” poiché per sopravvivere durante i mesi estivi hanno bisogno di abbastanza ghiaccio per riflettere la luce solare e mantenere fresca l’aria circostante.

“Una volta che un ghiacciaio è scomparso, la luce del sole riscalda il terreno, lo rende molto più caldo e rende molto meno probabile la formazione di ghiaccio durante l’estate”, ha detto.

Maximiliano Herrera, un ricercatore di condizioni meteorologiche estreme, ha scritto su X/Twitter che i prossimi paesi che probabilmente si libereranno dai ghiacciai saranno Indonesia, Messico e Slovenia.

Il professor Maslin ha affermato che queste nazioni suggerite “hanno un senso logico” a causa della loro relativa vicinanza all’equatore e alle montagne relativamente basse, che rendono le loro calotte polari più suscettibili al riscaldamento globale.

“Le zone calde si stanno semplicemente espandendo verso l’alto e verso l’esterno con il cambiamento climatico”, ha detto, spingendo più in alto il punto in cui neve e ghiaccio possono formarsi tutto l’anno.

L’autore di numerosi libri sul cambiamento climatico ha affermato che questi ghiacciai più piccoli – come quello recentemente perso in Venezuela – non contengono abbastanza ghiaccio per aumentare sostanzialmente il livello del mare quando si sciolgono. Ma in alcune regioni, i ghiacciai svolgono un ruolo cruciale nel fornire alle comunità acqua dolce, in particolare durante i periodi caldi e secchi.

“Una volta che ti sbarazzi di questo, il problema è che dipendi esclusivamente dalle precipitazioni localizzate”, ha detto.

Il dottor Kirkham e il dottor Jackson hanno affermato: “Le ultime proiezioni mostrano che tra il 20 e l’80% dei ghiacciai a livello globale andranno perduti entro il 2100 (con significative variazioni regionali), a seconda del percorso delle emissioni seguito”.

Hanno affermato che, anche se “una parte di questa perdita è già bloccata”, una rapida riduzione delle emissioni di CO2 potrebbe salvare altri depositi glaciali, “il che avrà enormi benefici per i mezzi di sussistenza e per la sicurezza energetica, idrica e alimentare”.