Venere ha vulcani attivi

Non tutti i vulcani del pianeta infernale sono morti, come suggerisce un nuovo studio.

Venere è un mondo, attualmente, geologicamente attivo, questo è quello che suggerisce un nuovo studio.

I ricercatori hanno identificato tre dozzine di formazioni su Venere che sono state probabilmente create dal vulcanismo in un passato molto recente, potenzialmente rimodellando la nostra comprensione del pianeta dal caldo infernale e della sua evoluzione.

“Questa è la prima volta che siamo in grado di indicare strutture specifiche e dire:” Guarda, questo non è un antico vulcano ma uno che è attivo oggi – dormiente, forse, ma non morto “”, così ha dichiarato in una nota il co-autore Laurent Montési, un professore di geologia presso l’Università del Maryland. “Questo studio cambia significativamente la visione di Venere da un pianeta per lo più inattivo ad uno il cui interno è ancora in movimento e può alimentare molti vulcani attivi.”

Gli scienziati sanno da tempo che Venere è rimasta attivo molto tempo dopo che gli altri pianeti rocciosi Mercurio e Marte hanno perso il loro mojo geologico. La seconda roccia del sole sfoggia molti meno crateri rispetto a quei due mondi, un conteggio che è coerente con un evento di riemersione globale da 500 a 700 milioni di anni fa. (L’altro pianeta roccioso interno del nostro sistema solare, la Terra, rimane estremamente attivo oggi, ovviamente.)

Ma recentemente, le prove stanno dimostrando che l’attività vulcanica di Venere è continuata molto più tardi nella storia del pianeta – forse fino ai giorni nostri. E il nuovo studio rafforza questo punto di vista.

I ricercatori, guidati dalla geofisica Anna Gülcher dell’ETH di Zurigo, in Svizzera, hanno usato simulazioni al computer per modellare in dettaglio senza precedenti la formazione e l’evoluzione delle strutture vulcaniche a forma di anello di Venere, che sono chiamate coronae.

“Il miglior grado di realismo in questi modelli rispetto a studi precedenti consente di identificare diverse fasi dell’evoluzione della corona e di definire caratteristiche geologiche diagnostiche presenti solo alle corone attualmente attive”, ha detto Montési.

Il team ha quindi utilizzato queste conoscenze per cacciare giovani corone nelle immagini della superficie venusiana catturata da veicoli spaziali come la sonda Magellan della NASA, che orbitò attorno al pianeta dal 1990 al 1994.

“Siamo in grado di dire che almeno 37 corone sono state recentemente attive”, ha detto Montési.

Le corone di Venere sono generate da pennacchi di roccia fusa che si alzano dal mantello attraverso la crosta, un processo simile a quello che ha formato le Isole Hawaii qui sulla Terra. (La maggior parte del vulcanismo del nostro pianeta, tuttavia, si verifica lungo i confini delle placche tettoniche, che la moderna Venere non sembra possedere.)

Le 37 giovani corone sono raggruppate in poche regioni venusiane, hanno scoperto Gülcher e i suoi colleghi. Queste aree “potrebbero servire come obiettivi interessanti per un’indagine dettagliata da parte di future missioni di veicoli spaziali”, hanno scritto i ricercatori nel nuovo studio, che è stato pubblicato online oggi (20 luglio) sulla rivista Nature Geoscience.