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Gli scienziati individuano un buco nero MOSTRUOSO con 6 intere GALASSIE intrappolate nel suo pozzo gravitazionale

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È stato rivelato che sei galassie sono intrappolate in un buco nero supermassiccio che si è formato meno di un miliardo di anni dopo il Big Bang, facendo luce su come vengono create alcune delle più grandi strutture dell’universo.

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Nella ricerca pubblicata giovedì, l’European Southern Observatory (ESO) ha dettagliato la scoperta di un buco nero davvero gigantesco, circa un miliardo di volte la massa del nostro sole, e come sia riuscito a catturare intere galassie di pianeti e stelle.

Il buco nero e il disco di materia attorno ad esso sono noti collettivamente come quasar SDSS J103027.09 + 052455.0.

Marco Mignoli, astronomo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) di Bologna che ha guidato la ricerca, ha confrontato il modo in cui il buco nero sia riuscito ad intrappolare queste sei galassie con una sort di ragnatela, composta da “filamenti cosmici” di gas e materia oscura.

I filamenti della ragnatela cosmica sono come fili di ragnatela … Le galassie si ergono e crescono dove i filamenti si incrociano, e flussi di gas – disponibili per alimentare sia le galassie che il buco nero supermassiccio centrale – possono fluire lungo i filamenti.

Si pensa che i primi buchi neri nell’Universo si siano formati dal collasso delle prime stelle, ma rimane il dubbio su come siano cresciuti fino a raggiungere dimensioni così incomprensibilmente grandi.

I ricercatori postulano che la “rete” del filamento possa essersi formata con l’assistenza dell’enigmatica materia oscura, che si teorizza abbia attirato grandi volumi di gas insieme durante le prime ere dell’universo.

Questa particolare “rete” è oltre 300 volte la dimensione della Via Lattea, e probabilmente ce ne sono molte altre là fuori che aspettano di essere esplorate, affermano i ricercatori.

“Crediamo di aver appena visto la punta dell’iceberg e che le poche galassie scoperte finora intorno a questo buco nero supermassiccio siano solo le più luminose”, ha detto la coautrice Barbara Balmaverde, astronomo dell’INAF di Torino, Italia.

La scoperta segna la prima volta che un raggruppamento così stretto è stato visto così presto dopo il Big Bang e aiuterà a migliorare la comprensione dell’umanità dei buchi neri supermassicci come quello al centro della nostra galassia.

L. Zanoner

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