È ora di vedere cosa contiene la “lo scrigno del tesoro”.
Scienziati giapponesi hanno dato il loro primo sguardo all’interno della capsula campione della sonda Hayabusa2 e anche il primo sguardo è promettente.
La sonda Hayabusa2 è stata lanciata nel 2014, diretta a un asteroide vicino alla Terra chiamato Ryugu. La missione è arrivata a Ryugu nel 2018 e ha trascorso circa un anno e mezzo osservando e campionando l’asteroide prima di partire lo scorso anno per depositare la sua capsula campione nell’atmosfera terrestre. Il 5 dicembre, quella capsula è atterrata nell’Area Proibita Woomera in Australia; scienziati della Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA), che gestisce la missione, hanno poi portato la capsula in Giappone.
Lunedì (14 dicembre), il personale della missione ha avuto il primo sguardo all’interno della capsula. “Abbiamo confermato che all’interno c’erano grani neri che si pensava provenissero da Ryugu”, hanno scritto i rappresentanti della missione su Twitter. “Questo è al di fuori delle camere principali e probabilmente particelle attaccate all’ingresso del raccoglitore di campioni.”
A large number of particles are confirmed to be in “sample chamber A” inside the collected capsule (~11:10 JST on 12/15). This is thought to be the sample from the first touchdown on Ryugu. The photo looks brown, but our team says “black”! The sample return is a great success! pic.twitter.com/34vIx17zOX
— HAYABUSA2@JAXA (@haya2e_jaxa) December 15, 2020
Gli scienziati in seguito hanno aperto una delle tre camere campione e hanno confermato che conteneva una discreta quantità di polvere di asteroidi. Quelle camere custodiscono i veri tesori: sono dove la sonda Hayabusa2 ha diretto i pezzi di Ryugu che si è impigliata durante due manovre di raccolta.
Durante uno di quei tentativi di campionamento, il veicolo spaziale ha afferrato le rocce dalla superficie dell’asteroide; durante il secondo, ha sparato un proiettile di rame nell’asteroide per scoprire il materiale sotterraneo. La combinazione dovrebbe consentire agli scienziati di capire come il duro ambiente dello spazio ha influenzato la superficie di Ryugu.
Un’altra procedura iniziale condotta sulla capsula appena restituita è stata quella di misurare i gas intrappolati al suo interno nel caso in cui parte di quel gas provenisse dalla stessa Ryugu.